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Storia

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Probabilmente il villaggio di Piovà cominciò a formarsi nel 1041 con il Plebanato di Meyrate, che aveva sede nei pressi dell’attuale cimitero. Come gli altri villaggi dei dintorni, condivideva le vicende della Contea di Cocconato e le sorti dei Conti Radicati. Sorta all’ombra dell’antica pieve di San Giorgio, si sviluppò in seguito verso lo sperone collinoso di Montecornigliano, dove i Radicati costruirono il vecchio Castello di Plebata e poi la chiesa di San Michele. La Comunità di Plebata apparve per la prima volta in un atto del 12 agosto 1339.

Durante le guerre tra il duca di Savoia Amedeo IX e Guglielmo VIII marchese del Monferrato, nel 1431 Piovà venne occupata da quest'ultimo. Fu un periodo complesso, in cui iniziò a declinare l’antica potenza dei Radicati e l’8 febbraio 1586 Cocconato si sottopose definitivamente al Duca Carlo Emanuele I di Savoia. Il borgo di Piovà, già da tempo posseduto dai Marchesi del Monferrato, seguì le sorti del Marchesato.
Nel 1617 dopo la guerra tra i Savoia e i Gonzaga appoggiata dal Re di Spagna, Piovà rimase ancora ai Gonzaga e per il Monferrato furono anni terribili. Si successero di continuo lotte tra Savoiardi, Spagnoli, Francesi e nel 1625 il paese venne bruciato dagli Spagnoli. Alla guerra e alla carestia si aggiunse la peste che aveva già fatto strage nel 1503, 1522 e 1530.
Nel 1637 gli uomini di Piovà prestarono giuramento al Duca Carlo II di Monferrato.
Per generosa offerta di Don Pietro Francesco Barberis, pievano e vicario di Piovà, si aprì in quel periodo una scuola per l’istruzione dei fanciulli e dare aiuto a chi intendesse entrare negli ordini religiosi. La comunità volle pure assoggettare ai tributi locali, l’acquartieramento delle truppe nel periodo invernale. Furono i primi segni di un aspro contrasto con il feudatario Conte Ricci che si protrasse dal 1674 sino al 1727.

Dopo la vittoria dei Piemontesi sui Francesi e la liberazione di Torino il 7 settembre 1706, Vittorio Amedeo II ebbe il Monferrato, la Sicilia e il titolo di Re. Il re entrò in possesso del Ducato del Monferrato il 16 agosto 1708.
Durante la rivoluzione francese le popolazioni piemontesi rimasero fedeli alla monarchia; le cose mutarono con le vittorie di Bonaparte e la costituzione nel 1798 di un governo provvisorio a Torino.
Il 16 gennaio 1799 fu celebrata a Piovà la festa repubblicana della “Rigenerazione”. Ma se il regime repubblicano aveva soppresso i diritti feudali e i comuni ne avevano ricevuto qualche vantaggio, le imposte statali premevano sui cittadini. Il malcontento andava crescendo anche per la Leva che portava via la gioventù mandata a combattere in terre lontane. La caduta di Napoleone e la successiva Restaurazione, furono accolte con gioia.
Seguirono le guerre per l’unità d’Italia, conclusesi con l’annessione di Trento e Trieste e il passaggio da Monarchia a Repubblica, accolto con poco favore dai piovatesi che votarono in maggioranza per mantenere il re, come accadde d’altra parte in quasi tutti i paesi di campagna.

Durante il periodo fascista Piovà fu accorpata con i Comuni di Castelvero e di Cerreto d’Asti, costituendo un unico Comune.
Nel 1947 l’aggregazione si sciolse e mentre il Comune di Castelvero restò con Piovà, diventandone parte a tutti gli effetti, quello di Cerreto d’Asti scelse di tornare indipendente. La questione diede inizio ad una lunga battaglia di delimitazione dei confini tra i due paesi, conclusasi con una sentenza del Consiglio di Stato soltanto nel 2005.